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kolaži
Julije Knifer
Kolaž, 1970-75
Julije Knifer, Kolaž
30. IV. 2004.
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Bianco e nero a colori
(Julije Knifer: I Collage)

Julije Knifer crea le sue prime opere col motivo del meandro nel 1960. Da quel punto, tutta la sua arte sara' legata esclusivamente al fenomeno del meandro: lo variera' attraverso migliaia e migliaia di possibilita' su quadri, murales, disegni, grafiche, schizzi, sculture, rilievi. Anche nei collage. Si e' dimostrato che l'invenzione del meandro e della sua perenne acquisizione in quest'arte non sono stati affatto casuali. Una decina di anni prima che il motivo del quadro si spogliasse in una formula visiva estremamente ridotta, Julije Knifer ha mostrato, con una serie di opere, qual era la sua meta finale. Dal 1949 al 1952 ha lavorato quotidianamente sugli autoritratti. Li realizzava spesso a matita, sullo stesso formato (A4) e la ripetizione del medesimo motivo, cioe' quello del suo viso, in centinaia di variazioni, sta a dimostrare due fattori significativi: il suo desiderio di portare quel motivo, cioe' quel tema, all'assurdo; inoltre, che la componente del tempo va compresa in quanto sostanza essenziale che partecipa alla creazione dell'opera. Anzi, il termine stesso di "opera" andrebbe qui relativizzato, in quanto i singoli quadri, i rilievi, i murales... quindi le singole opere d'arte sono appena frammenti di un sistema che Knifer vede come propria arte. Piu' di una volta ha sottolineato che per lui l'opera singola non ha un significato particolare, bensi' va vista esclusivamente nel contesto dell'insieme. Cio' significa che e' il processo, e non una, due o cento opere finite, a portare all'opera il ruolo decisivo ed il significato. Quando ha dato una spiegazione sul perche' si era deciso per il motivo del meandro, Knifer ha rilevato che, in realta', era suo desiderio di creare un' anti-immagine. Un'immagine che funziona con gli estremi: il colore bianco e nero, le parti orizzontali e verticali del meandro e, cosa piu' importante, la scelta del principio compositivo chiave che presenti un ritmo monotono.
Osservando le intenzioni dell'autore nel contesto del periodo in cui si forma quest'arte - e si tratta degli anni cinquanta - non e' difficile concludere che l'intento di Knifer e la sua arte in genere, si allontanano dagli standard del tempo. Mentre in Croazia e in altri paesi europei scoppiavano le polemiche e si organizzavano dibattiti sull'arte astratta o figurativa, e l'astrazione veniva vista come segno dello spirito del tempo, quest'artista, con la sua opera, relativizza detta scelta. Egli tende a qualcosa di essenzialmente diverso: all'anti-immagine. Quindi ad una posizione artistica che escluda sia l'astratto che il figurativo, dato che in entrambi i casi si tratta di immagine. L'immagine in quanto oggetto, cosa, res, rei, qualcosa a cui Knifer non e' affatto interessato. Lui si volge verso quella possibilita' che verra' formulata appena dalla generazione successiva di artisti, che vedranno il punto focale del proprio interesse nella prassi e non negli oggetti e nelle forme. Si tratta, dunque, di un'arte che contrapporra' la posizione alla forma, come lo formula in modo molto conciso H. Szeemann.
Dopo aver presentato i suoi primi meandri, nel 1961, Knifer li porta ad alcune importanti mostre che vanno comprese come risposta iconoclastica alla situazione del tardo, annacquato e ciarliero enformel. Si tratta di una mostra internazionale, "Le nuove tendenze" inaugurata a Zagabria nell'estate del 1961 e della mostra "Oltre l'informale" organizzata da Giulio Carlo Argean nell'ambito della Biennale di San Marino nel settembre del 1963. Nomino tali mostre per un semplice motivo: esse rappresenteranno un chiaro indice della nuova situazione venutasi a creare nella scena artistica europea, quando gli artisti ed i critici cercheranno una risposta alla crisi provocata dall'enformel. Una di queste risposte e' un rapporto cambiato nei confronti dell'immagine e dell'opera d'arte in genere. Si tenta di levare l'aura di natura metafisica dall'opera, e di guardarla nel suo nudo apparire di fatto. Questa natura nuda e fattiva dell'opera d'arte affermera' non solo il processo di lavoro, bensi' pure le componenti fisiche dell'opera. Dopo aver ridotto la sua opera ai fatti elementari, nel 1961, ed aver ridimensionato al massimo i mezzi espressivi, nel corso del settimo decennio Knifer esplora le possibilita' che gli si erano presentate dopo la realizzazione dei primi meandri. Avvisinandosi all'arte di Yves Klein anche Knifer, come il milanese Piero Manzoni , membro del gruppo Zero a Dusseldorf, ed i suoi amici zagabresi che nel 1959 assieme a lui avevano costituito il gruppo artistico Gorgona, riconosce la nuova energia offerta da Klein. Dopo che nel 1971 viene allestita una grossa mostra delle opere di Klein, Knifer, per un breve periodo, includera' nel suo ridotto sistema cromatico, composto da due non colori - il bianco e il nero - dei valori nuovi: un tocco di ultramarino, il color oro, e cioe' dei segni cromatici che indicavano chiaramente la presenza di Klein.
Con la serie di opere che presentera' alla mostra individuale allestita presso la Galleria di arte contemporanea a Zagabria verso la fine del 1970, Knifer rendera' pubblici tali valori innovativi nella sua opera. Non solo inserisce il colore nei suoi quadri - anche se si tratta di una scelta molto scarna - ma anche le forme dei suoi meandri sono limitati al segno piu' elementare. L'uso degli acrilici, che sostituiscono i colori a olio, da' la possibilita' di un'elaborazione compatta della superficie del quadro, dando al piano l'impressione di neutralita', levigatezza, tensione e anonimita'. Agli inizi dell'estate del 1971 Knifer realizza il suo primo murales: un enorme meandro sulla facciata della scuola elemenatare nella periferia di Zagabria (rione di Vrapce). Ben presto inizia a creare sculture e rilievi, anche questi con un unico motivo: il meandro. Questa parte dell'opera di Knifer e' conosciuta, publicizzata e presentata. Nello stesso periodo, immediatamente dopo il 1970 e nel corso degli anni successivi, Julije Knifer crea collage: ritaglia meandri e li incolla sullo sfondo; si tratta di opere di piccole dimensioni. Cosi' pure - ed e' particolarmente interessante - lasciera' liberi singoli esemplari, senza fissarli sulla base. Il meandro ora appare come un fatto fisico e, nonstante sia ridotto a forme bidimensionali, vi si riconosce il desiderio dell'autore di accentuare proprio il valore della sostanza elementare e l'intenzione di instaurare un dialogo tra la fragile, anche se tangibile, materia e lo spazio. Questi collage, nati una trentina di anni fa, finora non solo non sono stati mai presentati, ma nemmeno pubblicati e nemmeno inseriti nelle due monografie dell'autore. Creati durante gli anni precedenti alle opere su carta, ai disegni a matita e alle grafiche, quindi precedenti a quell'attivita' che l'autore inizia nel 1977 e che lo terra' occupato per la maggior parte fino ad oggi, questi collage hanno un significato particolare. Il meandro in essi si apre come un oggetto, come formula reificata, materializzata, come fatto tangibile. Con l'aggiunta dei colori, poi, le variazioni dello stesso motivo appaiono piu' chiare: il meandro, in singoli casi, apparira' come struttura complessa simile ad un ornamento, in altri estremamente ridotto, ma con il minimo di elementi necessari che lo definiscano come forma riconoscibile. Osservati nel contesto dei rilievi, ma anche delle sculture, quindi delle opere tridimensionali dell'autore e che nascono nello stesso periodo, quindi agli inizi degli anni settanta, i collage rappresentano un importante documento dello spirito ricercatore, o meglio, sperimentatore di Knifer. E' come se l'artista volesse studiare quante piu' possiěbilita' offerte da un'opzione artistica decennale che il meandro possiede in quanto suo riconoscibile segno. La prima presentazione pubblica di queste opere in questa mostra e' utile anche perche' il lavoro di Knifer oggi e' valorizzato e studiato e promuovendo questi suoi lavori precedenti, forse si possono riconoscere meglio, a distanza di tempo, le vere intenzioni dell'autore. In altre parole, queste opere non modificheranno sicuramente il corso principale dell'arte di Knifer, ma indubbiamente lo renderanno piu' interessante e piu' leggibile.
Zvonko Maković
 
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