Dalla vita verso l'arte, dall'arte verso la vita
Il nome, il cognome e la personalita di Goran Trbuljak (ossia cio che di solito viene indicato con l'abusato sintagma "uomo e artista") per me sono legati soprattutto a due concetti che difficilmente si possono spiegare: l'arte e la purezza. O, in modo ancor piu diretto, alla soluzione dell'enigma: chi e l'artista e che cos'e l'opera d'arte. Proprio questa e la ragione per cui cercare di scrivere delle opere piu recenti di Goran Trbuljak (poco tempo dopo aver terminato la monografia sui quarant'anni della Galleria del Centro studentesco di Zagabria dove l'artista aveva esposto le sue opere per la prima volta) e stata per me una soddisfazione e una sfida. Si rende necessaria la conclusione annunciata nella frase iniziale: anche nel quarto decennio della sua frequentazione degli spazi galleristici, sporadica, ma estremamente coerente, Trbuljak e rimasto fedele ai propri intenti e inclinazioni artistiche iniziali. Ma nonostante il loro radicalismo, i lavori di Trbuljak non sono mai diventati ripetitivi né prevedibili, a conferma che, insieme a Boris Bućan, egli rimane il piu importante artista croato degli anni Settanta.
Il marchio piu frequentemente apposto al nome di Trbuljak e quello di "pioniere dell'arte concettuale" (sebbene in questo momento cio sia divenuto oggetto di una brutta e inutile polemica), che prescinde da un'altra sua caratteristica, ancor piu importante: che egli e (soprav)vissuto come artista concettuale, nonostante abbia dato prova di altissima professionalita in diverse forme di arte applicata, legata ai media. Come direttore grafico del giornale "Polet" e come operatore da presa, a partire dal film "Ritam zločina" ("Ritmo del delitto") di Tadić, fino al recentissimo serial televisivo "Villa Maria", che ha offerto lo spunto di questa mostra, Trbuljak ha indubbiamente conquistato un posto di riguardo tra i massimi esponenti di questa forma d'arte degli ultimi decenni del secolo scorso.
Nel serial "Villa Maria", numerose scene d'interno sono state girate attraverso fori quadrati intagliati nei pannelli divisori in cartongesso. Ripresi da un' angolatura diversa, essi vengono ricoperti di dipinti di noti artisti croati, a denotare l'agiatezza e lo status sociale privilegiato dei protagonisti.
Tipici dei lavori di Trbuljak a partire dalla seconda meta degli anni Settanta sono appunto i pannelli di cartongesso costellati di fori, la cui apparenza fisica puo assocciare all'informale o alla cosiddetta pittura primaria o analitica, mentre a livello concettuale possono fungere pari tempo da fondo e da quadro "sostitutivo". Forse tutta l'opera di Trbuljak potrebbe essere descritta come una esplorazione sistematica dentro il territorio del concettualismo primario e analitico. L' aver sottratto i pannelli di cartongesso alla cornice banale della scenografia di "Villa Maria" e averli collocati dentro uno spazio galleristico, rappresenta un altro fantasioso gesto artistico di Trbuljak, nella tradizione dei "ready made" di Duchamp. Va osservato che anche questa volta, dando prova di coerenza e di spirito, la materia delle sue manifestazioni artistiche Trbuljak l'ha ricavata dalla propria esperienza d'ogni giorno.
Sebbene neanche questa volta l'artista abbia cercato di far vedere qualcosa di "nuovo e originale", nemmeno nella veste di cameraman di "Villa Maria" ha rinunciato a una visione del mondo concettualista, identificando il materiale dell'arte in un ambiente che non ha molti punti di contatto con l'abituale idea di cio che e artisticamente valido. In ultima analisi, questa mostra puo essere intesa come un'ulteriore prova a favore dell'affermazione inoppugnabile che la qualita il valore di un'opera artistica dipende dall'eccellenza dell'artista e dal procedimento impiegato, indipendentemente dal tema e dal materiale usato.
Darko Glavan