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Coreografie di immagini in movimento A uno sguardo esposto l'opera di Mauricio e Matija Ferlin mi fa pensare al rapporto tra quadro e cornice: come la cornice determina la matrice del quadro ed esprime le sfumature di senso della materia visiva, così anche nel caso dei due Ferlin, fratelli ed artisti, il lavoro dell'uno comple(men)ta quello dell'altro. Infatti, anche se l'attività di ciascuno dei due trova spazio in sfere diverse, il lavoro dell'uno incontra ed interseca costantemente quello dell'altro. Le immagini che Mauricio crea in video e Matija nella danza sono definite dalla loro caratteristica fondamentale: il movimento. Questo movimento si protende in un'incessante ritrovamento di nuove aree e generi artistici, un sommovimento dei confini illusori tra le diverse discipline oltre i loro lembi consumati. La prima impressione del rapporto tra quadro e cornice, solitamente statica, supera nell'opera di Matija e Mauricio un rapporto di tipo classico, trovandosi in ogni caso determinato da movimento, transitorietà e trasferibilità. Ciascuno dei due artisti si ritrova così a tessere la propria rete di significati che vede ciascun elemento di volta in volta unirsi e poi allontanarsi di nuovo, catturando però l'osservatore nelle proprie maglie e frastornandolo con l'inventiva di questa coreografia di immagini in movimento. Le mie osservazioni sulla produzione artistica di Matija e Mauricio trovano riferimento nel contesto dell'arte scenica, dove più spesso ho avuto modo di incontrare, insieme o separatamente, i due fratelli. Proprio questo campo mi ha ispirato il paragone del movimento tra quadro e cornice dati, i quali entrambi possono, in ogni momento, crearsi uno spazio a sé ed esistere separatamente l'uno dall'altro. La partecipazione autoriale di Mauricio alle pièce di danza delle coreografe slovene Maja Delak a Mala Klina (Rondinella, HI-RES, Rodeo), le sue visioni ed applicazioni in video, la concettualizzazione di spazi e luoghi, stendono un velo lirico che diviene principale sostegno dell'immagine, avvolgendo in ciocche di poesia un'atmosfera intima dove vanno ad annidarsi i gesti e le azioni dei danzatori e delle danzatrici, accentuati dai video digitali in cui Mauricio coglie appieno il carattere effimero dell'arte della danza. Dai gesti colmi di sedimento emotivo, di immagini ora evanescenti, ora raggelate, fiorisce lo scenario sensuale e segreto di un regista nell'ombra. A differenza di questo deus ex machina che tesse fili e struttura, Matija agisce da tableau vivant per un'immanente presenza fisica che non si esplica nella sola perfezione dei movimenti ma sfocia nella su una corporeità che convince lo spettatore con la forza delle immagini e dell'espressività emozionale messa in campo. L'opera di Matija è un collage di pulsazioni emotive, di espressioni della fisicità di un danzatore contemporaneo quali attrezzi basilari al servizio di atmosfera, sequenze di danza ed azione: le immagini in movimento curate da Mauricio agiscono da struttura e cornice mobile, mettendo in tensione la materia in movimento fino a produrre una sequenza pensata di immagini intime. L'incontro ed intersezione di entrambe le entità si profila come istante prezioso di intimità e lirismo segreti che rapiscono lo spettatore per la profondità e la penetranza di immagine e corpo riuniti nel moto. Katja Praznik
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