Sembrano sculture gli scogli bianchi, neri e rossi che circondano questa piccola penisola istriana: una grande mano di pietra che pare trattenere il mare, un granitico blocco nero di cioccolato fondente, paesaggi lacustri popolati da ciottoli ricamati da piante e pesci e levigati dall'acqua e dal vento, nei quali l'acqua si insinua e scompare, una comoda poltrona di pietra aurisina sulla quale ammirare questo mare blu, un mare e tanti mari, a volte calmo, a volte impetuoso fino a gettare le sue onde sulle mura veneziane, che racchiudono le case in un intreccio di calli e giardini, costellazioni di alberi e pini che navigano come in un cielo stellato.
Possenti sculture di varie anatomie, acqua, pietre, terra rossa e una rigogliosa vegetazione sono l'anima attraverso la quale Cittanova esprime la sua energia, che diviene l'emblema di una espressività tale da attribuire alla bellezza un valore concettuale.
Mentre osservo i molteplici aspetti del paesaggio, ad un certo punto non riesco più a distinguere se sono io a guardare o se invece sia la natura a spiare il mio guardare!
E così incantata dalla bellezza di questo luogo, mi piace svelarne le fermentazioni segrete attraverso una trama la cui dinamicità scandisce il ritmo di segni geometrici, che ricostruiscono un'identità, l'identità appunto di Cittanova e, riflettendo sul linguaggio stesso dell'arte, ho impiegato trentadue pannelli in carta a mano che, assemblati tra loro, diventano una struttura omogenea disciplinata da un'intima funzione di isolamento e coralità, nel senso che ogni quadro può essere racconto in sé e si allarga a nuovi significati nella relazione con gli altri, attraverso un brillante cromatismo, che rispecchia la dimensione affettiva e delinea una scrittura delle forme, che esprime la forza e la potenza dei colori dell'anima.
Maura M. Rovatti