ivan picelj il signore dell'arte. e anche attraverso di lui e di pochissimi altri se zagabria e la parigi dell'est. e a parigi, in anni lontani, quando la vita era esattamente il contrario dell'attuale con la dilagante globalizzazione di masse e prodotti, ivan picelj era (e lo e ancora) l'uomo dell'est: questo per la parsimonia ed eleganza dei suoi tratti, per la misura e discrezione delle sue azioni, per il suo piacere di sapere e far conoscere, per la sua cultura attenta e sottile, per la sua dignita di esistere; componenti umane inconfondibili formatesi e divenute genetiche nella mitteleuropa migliore. mitteleuropa che si estende ai lati del danubio dalle sue sorgenti in germania passando citta signifitive, anche per la nostra arte, come ulm, ingolstad, vienna, bratislava, budapest, pecs (quante presenze ancora oggi in questi luoghi!) sino alla valle del vucedol (nella croazia di cui zagabria e capitale) dove vukovar e stata distrutta solo perché la ebbe origine 5000 anni orsono quell'imprescindibile espressione che e la scrittura, fulcro della civilta; distrutta da parte di chi voleva solo cancellare ogni traccia di passato, non certo per formare un nuovo futuro.
ivan picelj uomo di avanguardia, avanguardia intelligente, mai distruttiva (come e stato troppo facile farlo per altre 'avanguardie'), ma sempre fortemente costruttiva. una traiettoria, la sua, che ha origini lontane, come quelle della sua terra (e non posso che pensare alle isole incontaminate, da altro universo, della dalmazia) trasmissione di particelle che si formano e trovano ragione di esistere le une dalle altre.
ivan picelj, in quei luoghi dove era nato il gruppo zentih, forma con bernardo bernardi, zdravko bregovac, zvonimir radić, božidar rašica, vjenceslav richter, aleksandar srnec e vladimir zarahović il gruppo exat 51 che sara, per certi versi, base, una decina di anni dopo, sulla quale potra trovare naturale germinazione quel seme portato da almir mavigner che diverra il movimento internazionale 'nove tendencije'. movimento straordinariamente innovativo, sia per aver promosso, nell'ambito dell'arte di ricerca visuale un numero rilevante di assoluti inediti plastici - anche diversissimi tra loro ma originati dalle stesse idee -, sia per i suoi iniziali principi ideologici che non avrebbero potuto trovare miglior luogo per svilupparsi se non in quella zagabria degli anni '60 che aveva idee e istanze vicine alle nostre, o meglio le nostre erano assai prossime a quelle dell'allora europa dell'est.
ivan picelj lo incontrai durante quella prima mostra alla gradska galerija di zagabria (io avevo contemporaneamente la mia prima mostra alla mala galerija di lubiana). per me e stata una delle persone fondamentali per tutte quelle attivita di conoscenze, incontri e realizzazioni che si svilupparono dalla nostra amicizia e che stanno continuando ancora attraverso quasi mezzo secolo: cose grandi o piccole, spirituali o pratiche ma sempre proiettate positivamente verso il nuovo. il tutto teso alla concretizzazione delle idee e del nostro pensiero.
ivan picelj ed io oggi siamo ancora come agli inizi, sempre con qualche progetto che ci fa rincontrare per realizzarlo. quando si invecchia insieme non ci si accorge ne della propria eta ne del segno che il tempo ha lasciato su di noi. forse anche a ivan picelj capitera come capita a me, se non ci si vede allo specchio, di chiedersi, pensando a quante cose evolutive ci sarebbero ancora da fare, 'che cosa faro da grande?' anche se credo che quanto abbiamo fatto e stiamo ancora facendo, faccia venire le vertigini.
getulio alviani, maggio 2006.

ivan picelj a gentleman in art so for his sake and hardly anybody else's zagreb may be called the paris of the east. and in paris, back in those times when life was virtually opposite to today's globalization of the masses and goods, ivan picelj was (and still is) a man of the east. owing to his thrifty and elegant strokes, his moderate delicate action, his pleasure in learning and teaching, his refined sensitive culture, his dignity of existence: these irreplaceable human features are formed and transformed into genetic ones in the best of mitteleuropa. the mitteleuropa extending along the banks of the danube from its origin in germany to the cities significant also for our art such as ulm, ingolstadt, vienna, bratislava, budapest, pecs (how many visible traces in those cities even today) and to the vuka valley (in croatia whose capital is zagreb) where vukovar was destroyed only because 5000 years ago that indispensable expression which is an essential script of civilisation had been created there; destroyed by the hand of the man who only wanted to erase every trace of the past, certainly not in order to create a new future.
picelj is a man of the avantgarde, the intelligent and never destructive one (as other 'avantgardes' found it all too easy to be) but always strongly constructive. one way, his way, rooted in ancient times, like the earth (and i cannot but think of the virgin islands from another space, dalmatia) a transfer of forming particles finding their reason of existence owing to others.
in the places where the zenith group was born ivan picelj, together with bernard bernardi, zdravko bregovac, zvonimir radić, božidar rašica, vjenceslav richter, aleksandar srnec and vladimir zarahović, formed the group exat 51 which, some ten years later, in many ways became the basis for the natural sprouting of the seed brought in by almir mavinger who transformed it into the international movement 'new tendencies'. a movement exceptionally innovative in its promotion, within the framework of the art of visual exploration, of a significant number of absolute plastic handwritings - differing greatly from one another even though born from the same idea - as well as in its initial ideological principles that could not have found a better place for their development than zagreb of the sixties, with its ideas and tendencies close to our own, or rather ours were even very close to those of eastern europe of the time.
i met ivan picelj during that first exhibition at the zagreb city gallery (at the same time i had my first exhibition at a small gallery in ljubljana). to me he represented one of the fundamental personalities for all the ideas, meetings and achievements that emanated from our friendship and that still live on now for almost half a century: things big or small, spiritual or practical but always positively aimed at innovation. everything always aimed at the realization of ideas and our thoughts.
ivan picelj and i are today still like in the beginning, always with some new plan for which we meet again to implement it. when you grow old together you don't notice your own age nor the traces time has left on you. maybe ivan picelj experiences the same as me, when i don't look in the mirror, maybe he also asks himself, thinking of the many evolving and positive things yet to be done, 'what will i do when i grow up?' although i believe that what we have done and are still doing provokes dizziness.
getulio alviani, may 2006