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Edoardo Landi
Due cubi, 1988.
acrilico su tela / akrilik na platnu,
60 x 60 cm
Edoardo Landi, Due cubi
28. V. 2004.
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Per Edoardo Landi
Indubbiamente il fattto piu importante del dopoguerra nell'arte, nell' arte plastica di ricerca, fu la nascita dei gruppi.
Gruppi di lavoro e ideologici, sorti con forti componenti innovatrici in quasi tutti i campi dell'operrare, sia formale che intenzionale, proprio per rivoluzionare in maniera evolutiva quanto c'era di scontato e di assurdo nel contesto dell'arte. L'arte, gia in quegli anni, era fatta per lo piu di personalismi istrionici e stravaganti con manifestazioni individualistiche portate spesso al parossismo e, se c'erano stati dei gruppi, guesti s'erano formati per unioni di forze e di interessi.
Nell' italietta degli anni '50 e '60 la legge del fare era imperniata, lontana dall' importato nefasto consumismo americano, sull'ottenimento del massiomo risultato con la maggiore economia.
Nel 1959 si formarono il Gruppo N a Padova e il Gruppo T a Milano.
Il primo con intenti prevalentemente percettivi, fortemente impegnato sia politicamente che socialmente per dare all'arte un senso didattico lontano dalla mercificazione imperniata sulla commistione tra gallerie private, grandi mostre e asserviti musei, che gia iniziava a condizionare tutti i valori. Questo gruppo era formato da Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi, Manfredo Massironi ed aveva una volonta anonima manifesta nella sua poetica.
Il secondo, tutt'altro che anonimo, piu tecnologico, si basava fondamentalmente sul movimento e sulla spettacolarita.
Il fare, allora, traeva l'energia dall'idea di un progetto per un futuro che sembrava vicinissimo.
L'impegno delle nostre ricerche era inimmaginabile, finalizzato a scoprire nuovi mezzi per ottenere nuovi risultati plastici, per promuovere fenomenologie inedite, con una nuova coscienza.
Tutto era testo verso conquiste sociali e valori che sembravano normalissimi e raggiungibilissimi.
Questo fare, con queste istanze, veniva presentato in esposizioni come le "Nuove tendenze" di Zagabria o le mostre itineranti di "Arte programmata", organizzate dalla Olivetti, e nei congressi di San Marino, e in altre esposizioni nazionali e internazionali per lo piu di gruppo.
Come allora eravamo accomunati in queste attivita e realizzazioni e da queste volonta, cosi oggi, credo, ci sentiamo accomunati nelle constatazioni e considerazioni sulla situazione attuale.
Circa quarant'anni fa, quando iniziammo, le problematiche del mondo erano assai diverse e le prospettive tendevano verso l'alto: oggi, almeno per quanto riguarda l'arte (come sempre precorritrice sia in senso progressivo che regressivo), non e piu cosi.
Allora pensavamo che l'arte fosse l'apice dell'intelligenza e credo tutti avessimo un'altissima considerazione dell'uomo, e il confronto con il meglio era lo sprone costante, teso fondamentalmente all'attuazione di progetti innovativi in senso evolutivo; c'era il desiderio di superare il difficile sino ad arrivare sempre ai limiti dell'impossibile, con un concretisimo fisicista che doveva portare a problematiche, e conseguenti soluzioni, sempre verificabili dalla logica e dalla razionalita. La sintesi era l'essenza di ogni forma e concetto, un approccio che rendeva chiara la convinzione che l'arte, quella visuale in special modo, fosse una scienza e che fosse la sola proiezione verso il futuro. Chi lavorava in questa direzione sapeva che attraverso l'occhio si assumono piu dell'ottanta per cento delle informazioni e che questo lo rende il fulcro dell'essere e del fare. Questo era il nostro unico interesse e scopo di vita, ben al di sopra delle mode o 'delle diverse chiavi di lettura' di cui non conoscevamo neppure l'esistenza.
Poi il mondo dell'immagine e esploso in una direzione del tutto differente, opposta: invece dell'acutizzazione del pensiero sono dilagati, per l'incontrastata influenza dei mass media, la banalita, la mediocrita diffusa, la passivita, l'atrofazzione del senso critico in una generalizzata omologazione verso il basso. Invece della sintesi é prevalso l'eccesso. Invece dell'essenziale si é diffuso il superfluo. Invece del raffinamento della mente si é perseguita la volgarita piu ampia e ingannevole. L'uomo e stato sommerso da una immane proliferazione di oggetti esigeure, incombenze sino ai sempre piú incalzanti divieti e vessazioni. Si e giunti in quasi tutti i campi in arte in particolare alla piu totale offesa dell'intelligenza e al trinfo dell'imbecillita. L'assoluta arbitrarieta ha sostituito la lucidita di accertamento e di valutazione. La razionalita e meno che opzionale e la scaltrezza, la spudoratezza sono diventute doti ricercate nelle quali l'indole italiana, cosi pronta ad assorbire e a dettare mode facili, certo si identifica.
La scienza che dischiude mondi e da risultati immensi, costantemente impensabili, portando attraverso strumenti tecnici ormai indipendenti dagli uomini (le macchine gia producono altre macchine sempre piu perfette) alla conoscenza dell'infinitamente piccolo e dell'incommensurabilmente grande, e stata anch'essa spessissimo svilita, non riuscendo cosi ad ottimizzare i propri potenti mezzi, mezzi che diffusi a macchia d'olio in modo inconsulto e messi a disposizione anche di nullita, o di discipline ciarlatane, ora vengono per lo piu sottoutilizzati per scopi sciocchi ed effimeri, se non prevaricanti e abbrutenti.
E il mndo dell'arte e divenuto il ricettacolo dei peggiori inetti, di chiunque non sia in grado di fare nient'altro, un ripiego per incapaci impudenti e per una pletora di millantatori, spacciatori di idiozie contrabbandate come 'cultura' in un sistema perverso, cosi voluto dalla totalita, a cui purtroppo bisogna, ora, solo vergognarsi di appartenere pur alla lontanissima, anche se per noi il tutto e ben diverso.
Logica, razionalita ed essenzialita sono state per secoli gli elementi fondamentali dell'ideazione, che nel mondo dell'arte – con le ricerche che vanno, ad esempio, da Piero della Francesca a Leonarso da Vinci, dalla scuola del Bauhaus all'arte costruttiva, dall'arte concreta all'arte programmata, nelle quali c'e sempre una struttura dello spazio rigorosamente geometrica e matematica – ha fatto raggiungere all'occidente, e in particolare alla mitteleuropa, i momenti piu alti. Oggi sembra che proprio questi principi siano stati totalmente esclusi da questo stesso mondo che ha preso una strada ben diversa a causa dell'economia del disastro che ormai lo assoggetta e si appresta ad invaderlo completamente. Economia del disastro che basa il suo esistere proprio sull'eccesso e sugli errori. Bene vivono coloro che constatano, che hanno materiale infinito sul quale opinare enza limite e senza verifica. Quindi oggi il ruolo dell'ideatore plastico, o meglio dell'operatore culturale come noi, credo, ci reputiamo, non puo che essere fortemente avverso.
La nostra formazione artistica, e non solo, e stata vicina per costituzione e per attrazione culturale ad uomini come Josef Albers o Max Bill, Walter Gropius o Konrad Wachsmann, che nel nostro secolo, nel cima del Bauhaus, hanno iniziato a dare all'arte del fare, in tutti sensi, un ruolo scientifico basato sulla verificabilita delle soluzioni date ai problemi a tutti i livelli del loro esistere. Noi delle generazioni piu giovani abbiamo continuato su questa strada, ampliando e approfondendo queste problematiche, per formulare sia gli elementi di un nuovo linguaggio, che i canoni di nuovi valori oggetivi, e non soggettivi come quelli che paiono regolare oggi il mondo della sedicente arte, dove tutto e deliberatamente misterioso perche la metafora e la mistificazione si sono sostitute all'ideazione.
Proliferano le attitudini piu cervellotiche, esibizioniste e scandalistiche. E'sintomatico che all'esterno di molti musei d'arte moderna (tutti avranno visto a Parigi il centro Pompidou), quale buon prologo a quanto vi si trova all'interno, ci siano fachiri, prestigiatori, mangiatori di fuoco, domatori di cani e scimmiétte.
L'arte deve essere essenza di contenuti di cui tutti possono verificare la validita; ci sara cosi un modo diverso di conoscerla e si potranno smascherare tutti gli sciamani, i copiatori, i plagiatori, o i sofisticati imbonitori che sotto il termine 'arte' riescono a perpetrare una delle piu grandi truffe dell'era moderna. A un'arte intesa come conoscenza non e possibile nessuna manipolazione, nessuna falsificazione. Cosi si potra neutralizzare l'involuzione ora in atto che porta principalmente a manifestazioni artistiche indiscriminate, in grado di attuarsi in maniera cosi eclatante da ridurre l'intelligenza a qualcosa di effimero, di cui nessuno sente piu la necessita, se non per deriderla o per contraffarla. Si e scoperto che il non impegno, il facile, favorisce tutti, dagli addetti all'insegnamento che non serve sappiano, a coloro che dovrebbero apprendere che non serve imparino. E il prodotto di tutto cio e molto gratificante e apprezzato dai piu, anche preche avendo da sempre l'uomo ambito al meglio, ora che cio che conta e il suo contrario, quanto si dischiude e immenso e quello che ne deriva appare come una grande novita di insolita freschezza; e per emergere basta solo fare andare sempre piu in basso i propri simili favorendo quindi l'attitudine piu comune. Oggi si stanno facendo, soprattutto in 'arte', ma anche in tantissimi altri campi, quelle cose stupide che l'intelligenza aveva sempre evitato, impedito di fare, dando cosi a tutti il coraggio di fare il peggio.
Credo sia il primo momento della storia in cui invece che l'avere come obiettivo l'apice delle cose, conti solo l'omologazione. Devo purtroppo notare che l'attivita del fare, senza la quale il mondo costruito non esisterebbe, e una delle poche a dipendere dai critici che avocano a se il diritto di decidere, promuovere o giudicare mode e situazione, sorta di mediatori saprofiti che facendo leva sul dilagante andazzo, avallano e formano un insieme di cose che diventa ogni giorno piu grottesco nelle mani di questi individui dalla facile letteratura. Mentre questo imperversa, la conoscenza storica, assai piu difficile, langue ed e bistrattata.
Non ci sono invece i critici della chimica o della fisica: sono gli stessi scienziati a documentare ed informare delle propie ricerche; cosi deve essere anche per il mondo dell'arte visuale, che io considero alla stessa stregua di una scienza. Esso non ha certo bisogno di questi cialtroni, funamboli tra protagonismo e presenzialismo, o di mercanteggianti e manageriali direttori di gallerie e musei, per far vivere il proprio lavoro. Nel nostro paese essi hanno promoso la paccottiglia e il ciarpame, privandoci del posto che ci spettava per darlo a chi era, a loro, piu conveniente.
Credo solo noi, che operiamo nel campo delle ricerche, possiamo conoscere il nostro lavoro piu di ogni altro e che le piccole esposizioni, e quanto continuiamo a fare siano la prova di questo.
L'arte, il fare, inizialmente fu intelligenza, poi divenne intelligenza per gli intelligenti, in seguito, nel nostro secolo, dal Bauhaus all'arte programmata fu intelligenza per fare diventare intelligenti gli altri, allargando il campo del percettibile. Oggi nessuno si pone piu questo problema, l'umanoide appaga le curiosita piu morbose; gli idioti sanno benissimo cosa piace ai loro simili, ed e tutto molto semplice. Il plusvalore, immenso in 'arte' e la sua stessa forma d'essere sulla quale si impernia 'il sistema dell'arte' che si inserisce nell'attuale economia del disastro.
La sconfitta non e delle nostre idee ma dell'uomo, che ha perduto logica e razionalita: La totale mancanza di idee costruttive e positiviste (impedite a forza), unita all'assoluta latitanza di qualsiasi impegno da l'illusione di vivere al meglio, mentre le vere realta dei nostri giorni sono la cavillosita, la morsa fiscale e il ladrocinio legalizzato della politica. Politici che hanno tutti i poteri ma soprattutto quello di legiferare, e che assurgono a questo ruolo investendo capitali per farsi eleggere all'unico scopo poi di arricchirsi personalmente, dando strategicamente alle masse l'illusione e la metafora della liberta, attraverso la somministrazione programmatica di filmacci, televisionacca, musicaccia, artaccia, mostracce, sportacci, spottacci, libracci, rivistacce, giornalacci e quant'altro. E in questo, oggi, anche se e l'andazzo di molte parti del mondo, l'italiaccia eccelle.
Mentre c'e tutto da fare, con nuovi presupposti, proprio da pionieri dell'ideazione: penso all'infinita di problemi non solo teorici o esemplificativi, ma soprattutto pratici e concreti che riguardano il fare. Penso ad esempio alle citta, alla loro urbanizzazione, ai transporti e alle possibili risoluzioni come spazi pneumatici o innovatrici forme di spostamento. Ingegneri, architetti, designers, artisti dovremmo operare in questo senso, perche questo e stato e dovrebbe rimanere oggi, nonostante tutto, il nostro compito che e avversato paradossalmente proprio dai cattivi ingengneri, cattivi architetti, cattivi designers, cattivi artisti e dai loro complici, i pessimi, petulanti, ignoranti, sedicenti critici, sospesi tra esaltazione, malafede e arbitrio, che operano con saccenteria, sfrontatezza e supponenza.
Le opere di Edoardo Landi di certo non hanno bisogno di nessuna descrizione a parole, perche sono valide di per se stesse, chiarissime, nella loro formulazioni e presentazionalita; da vedersi, passando attraverso gli occhi, con il cervello.
Getulio Alviani 1997/99.
 
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