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Maurizio Mochetti
Curva si diventa, 1988.
tecnica mista, dimensioni ambientali
Galleria Giorgio Persano Torino
Maurizio Mochetti, Curva si diventa
18. IX. 2004.
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Maurizio Mochetti: Lo spazio dell'arte
C'e uno iato tra lo spazio che io chiamo economico che e costruito per una finalita pratica, utilitaristica e lo spazio dell'arte, perché l'arte non ha spazio. Anche un museo non e lo spazio dell'arte perché in realta non e stato considerato cosa ci va dentro: bisognerebbe sapere prima cosa ci va dentro…ma ci si trova sempre con degli spazi che gia sono significanti.
In realta lo spazio non esiste: l'opera d'arte crea lo spazio, non lo riempie. Ci sono certi spazi di piu semplice realizzazione ed altri maggiormente vincolanti: io scelgo l'opera per creare un equilibrio con lo spazio in modo da decodificarlo dal significato che avrebbe nella sua condizione ordinaria. Lo spazio e la misura della conoscenza, e infinito, e come un palloncino d'aria gonfiabile che si dilata man mano che si procede nella conoscenza. Non c'e la fine, lo spazio arriva fin dove noi arriviamo e l'opera d'arte, dovendo realizzare uno spazio infinito, non ha dimensioni.
Io lavoro con la luce dagli anni '60 e ho utilizzato la luce laser molto tardi, dal 1981. Per me il laser non ha piu importanza della luce, naturale o artificiale, quindi non do una priorita tecnologica ad una cosa o all'altra. Ho utilizzato la luce laser quando ho capito che mi permetteva di realizzare in maniera piu precisa la mia idea, consentendomi di lavorare sull'infinito.
Il tempo e legato strettamente allo spazio, cioe non esiste tempo senza spazio e viceversa. L'arte non puo stare al concetto economico di tempo perché l'arte e antieconomica.
Quando adopero una velocita nel mio lavoro scelgo un tempo che io chiamo antieconomico, cioe e al limite della nostra sopportabilita, rispettando e pensando che lo spettatore ha un concetto di tempo diverso, economico per cui quando sta per desistere io smetto. In poche parole e il tempo limite della sopportabilita, quindi il tempo inutile che lo spettatore da gratuitamente, mi concede per amicizia, per amore, per affetto, per passione…pero e un concetto non economico.
L'arte e conoscenza, non decorazione fine a se stessa. Io non ho niente da esprimere, sono spettatore della mia stessa opera d'arte.
L'arte e idea non oggetto e, come artista, cerco di analizzare, con gli strumenti piu idonei, la validita della mia intuizione, proprio come uno scienziato verifica la validita di una teoria.
L'opera d'arte e come un diamante, formato da infinite sfaccettature fino ad arrivare al limite della sfera: piu e poliedrica piu e grande. Le letture di un'opera sono molteplici, come le facce del diamante, e sono tutte vere e tutte false.
Non c'e una verita, c'e la mia ricerca, perché una sfera e fatta di infinite verita, non di una. Non voglio lasciare tracce, perché tutto e dinamico: l'arte e un fatto vitale, in un mondo non propositivo l'arte e l'unica che propone modelli di vita nuovi o, comunque, diversi. In quanto atto vitale, si deve essere sempre pronti a lasciarsi tutto dietro e a rivivere ogni volta l'esperienza in maniera diversa e nuova.
E' per questo che non tengo mai le mie opere, che vengono sempre realizzate nuovamente e rivissute e sono sempre diverse perché lo spazio cambia e poi cambia la tecnologia. La sviluppo tecnologico mi permette di realizzare diverse versioni della stessa idea, progressivamente sempre piu precise e vicine all'idea stessa, in questo senso l'opera d'arte e perfettibile.
Nel 1968 ho realizzato Sfera Avional: un punto e dotato di movimento pseudo-perpetuo verticale e alternato. Bene, la Sfera Avional poteva essere realizzata anche all'eta della pietra: una liana e un uomo che tirava la liana facendo scorrere la pietra. Domani la sfera non avra piu bisogno nemmeno del filo, perché sara gravitazionale e cosi via all'infinito, finche la sfera non diventera un punto piccolissimo che in eterno fara su e giu tra la terra e la luna.
 
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